Yellowjackets
RUSSEL FERRANTE - piano
BOB MINTZER - sax
WILLIAM KENNEDY - batteria
DANE ALDERSON - basso
Dopo lo scioglimento dei Weather Report e Steps Ahead, gli Yellowjackets possono venir considerati la più longeva fusion band della storia. 25 dischi e 42 anni di attività alle spalle sono un bottino che davvero pochi gruppi musicali, non solo di jazz, possono vantare. Nato nel 1977 come Robben Ford Group, nel 1981 il gruppo cambia il proprio nome in Yellowjackets, che è anche il titolo del primo disco.
Di quella prima formazione rimane oggi solo il pianista Russell Ferrante. In quello stesso anno Robben Ford, uno dei i fondatori della band, lascia i suoi compagni d’avventura per intraprendere una propria strada come solista. Dopo di lui nessun altro chitarrista vi entrerà a far parte, se si esclude la partecipazione di Mike Stern a «Lifecycle» (2008). Completano quindi quello ch’era ormai diventato un trio due sassofonisti, prima Marc Russo, dal 1985 al 1990, poi Bob Mintzer dal 1991 ad oggi. Se il bassista Dane Alderson è l’acquisizione più recente del gruppo, in cui suona dal 2015, una vecchia conoscenza è il batterista Will Kennedy, che dopo avervi militato dal 1987 al 1999 ed esserne uscito, nel 2010 è di nuovo tornato a farne parte.
Una dote non meno preziosa della longevità è la creatività. Gli Yellowjackets hanno sempre avuto l’ambizione di sperimentare linguaggi inediti, fusioni e contaminazioni, rivedendo continuamente il proprio orizzonte espressivo alla luce di nuove acquisizioni stilistiche. Il loro è un sound compatto e perfettamente riconoscibile, in cui jazz e fusion si fondono con naturalezza. L’ultimo album, il 25° di una luminosa carriera, «Jackets XL» (2020), è frutto di un ambizioso progetto che vede lo storico quartetto affiancato alla WDR di Colonia, una delle più importanti big band europee.
Dates
Description
RUSSEL FERRANTE - piano
BOB MINTZER - sax
WILLIAM KENNEDY - batteria
DANE ALDERSON - basso
Dopo lo scioglimento dei Weather Report e Steps Ahead, gli Yellowjackets possono venir considerati la più longeva fusion band della storia. 25 dischi e 42 anni di attività alle spalle sono un bottino che davvero pochi gruppi musicali, non solo di jazz, possono vantare. Nato nel 1977 come Robben Ford Group, nel 1981 il gruppo cambia il proprio nome in Yellowjackets, che è anche il titolo del primo disco.
Di quella prima formazione rimane oggi solo il pianista Russell Ferrante. In quello stesso anno Robben Ford, uno dei i fondatori della band, lascia i suoi compagni d’avventura per intraprendere una propria strada come solista. Dopo di lui nessun altro chitarrista vi entrerà a far parte, se si esclude la partecipazione di Mike Stern a «Lifecycle» (2008). Completano quindi quello ch’era ormai diventato un trio due sassofonisti, prima Marc Russo, dal 1985 al 1990, poi Bob Mintzer dal 1991 ad oggi. Se il bassista Dane Alderson è l’acquisizione più recente del gruppo, in cui suona dal 2015, una vecchia conoscenza è il batterista Will Kennedy, che dopo avervi militato dal 1987 al 1999 ed esserne uscito, nel 2010 è di nuovo tornato a farne parte.
Una dote non meno preziosa della longevità è la creatività. Gli Yellowjackets hanno sempre avuto l’ambizione di sperimentare linguaggi inediti, fusioni e contaminazioni, rivedendo continuamente il proprio orizzonte espressivo alla luce di nuove acquisizioni stilistiche. Il loro è un sound compatto e perfettamente riconoscibile, in cui jazz e fusion si fondono con naturalezza. L’ultimo album, il 25° di una luminosa carriera, «Jackets XL» (2020), è frutto di un ambizioso progetto che vede lo storico quartetto affiancato alla WDR di Colonia, una delle più importanti big band europee.