Oyo – Our Youth Orchestra + Icarus Ensemble
OYO – Our Youth Orchestra (Cesena) + Icarus Ensemble (Reggio Emilia)
PROIEZIONI SACRE E POPOLARI
prima assoluta
Béla Bartók (Romania, 1881 – Stati Uniti, 1945)
Danze popolari rumene (1917)
nr. 1 Jocul cu bâtă (Danza del bastone)
nr. 2 Brăul (Danza della fascia)
per orchestra d’archi
Massimiliano Messieri (Bologna, 1964)
arrangiamento per orchestra d’archi (2024)
da La Romanesca prima versione (1832) di Franz Liszt
prima assoluta
Vahid Eftekhar Hosseini (Iran, 1984)
Soundstheatre XI, Le sensibilità delle tenebre (2024)
per orchestra d’archi, arpa, percussioni
prima assoluta
Luigi Sammarchi (Bologna, 1962)
Notte chiamar quel sol che non comprende (2024)
chemin su Il Pensieroso
per orchestra d’archi ed elettronica
prima assoluta
Franz Liszt (Austria, 1811 – Germania, 1886)
Angelus (1882)
per orchestra d’archi
Riccardo Nova (Milano, 1960)
Kunti Mantra, con combattimento (2017)
per orchestra d’archi, percussioni, arpa, elettronica
Alberto Caprioli (Bologna, 1956)
Ode al silenzio (2024)
su frammenti del St. Stanislaus di Franz Liszt
per contrabbasso e orchestra d’archi
prima assoluta
Franz Liszt (Austria, 1811 – Germania, 1886)
Am Grabe Richard Wagners (1883)
per orchestra d’archi e arpa
Francesco Filidei (Pisa, 1973)
Consonanze Stravaganti (2013)
da Giovanni Maria Trabaci
Ciaccona (2013)
da Tarquinio Merula
per orchestra d’archi
Direttore M° Gabriele Fiorio
OYO - Our Youth Orchestra:
Violini I Umberto Frisoni** Isacco Pagliarani Emily Zattini Nicholas Scherzoso
Violini II Viola Muzzi* Natalia Cavallo Adriana Pernarella Francesco Giovannini
Viole Chiara Avati* Michelangiolo Chiavacci Carolina Paolini
Violoncelli Amerigo Spano* Sofia Camazzini
Contrabbassi Simone Francioni*
** spalla
* prima parte
+ Icarus Ensemble: Gilda Gianoglio arpa; Michele di Modugno percussioni; Francesco Pedrazzini percussioni
musiche di Béla Bartók, Alberto Caprioli, Francesco Filidei, Vahid Eftekhar Hosseini, Franz Liszt, Massimiliano Messieri, Riccardo Nova, Luigi Sammarchi
a cura di Fondazione Istituto Liszt ETS e Associazione MASK APS
nell’ambito di Liszt, musicista nel futuro
una coproduzione di Fondazione Istituto Liszt ETS, Associazione MASK APS, AngelicA | Centro di Ricerca Musicale
in collaborazione con Icarus Ensemble
Biglietti
10€ – ridotto 7€^ e 5€^^
^ ridotto per studenti dell’Università di Bologna
^^ ridotto per studenti del Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna e del Liceo Musicale Lucio “Dalla”
ai possessori della Card Cultura e Carta Giovani Nazionale
verrà applicato uno sconto di 2€ sul biglietto intero
la biglietteria apre 30 minuti prima dell’orario del concerto
Prevendite
https://www.boxerticket.it/...tra-icarus-ensemble/
si raccomanda l’acquisto dei biglietti in prevendita
------------------------------------------------------------------
Il concerto fa parte della rassegna “Liszt musicista nel futuro”. L’ipotesi di fondo di questo evento parte dalla considerazione della spettacolare modernità della musica di Franz Liszt, proiettata più di un secolo fa verso soluzioni armoniche estreme, alimentate da inesauribile curiosità verso i linguaggi popolari dell’Est Europa, a loro volta in continuo scambio evolutivo con gli stili del Medio Oriente e dell’area mediterranea. A ciò si aggiunge l’interesse e l’assorbimento lisztiano di stili sacri arcaici e lo studio delle teorie musicali dell’Antica Grecia, giunte a noi attraverso il filtro dell’epoca medievale europea, bizantina, araba, persiana, indiana. La dimensione transculturale del linguaggio sonoro di Liszt è rafforzata dalle sue stesse affermazioni autobiografiche di musicista cosmopolita: di essere per metà Rom (Gypsy, Bohémienne) e per metà Francescano.
Questo concerto si abbina al symposium organizzato dalla Fondazione Liszt il 13 e 14 dicembre 2024 sul tema “Liszt compositore transculturale”. Il tema della sacralità e del dialogo con le tradizioni popolari di origine orientale è al centro di questo programma che affianca brevi composizioni per archi del vecchio Liszt ispirate a visioni angeliche e di morte, all’inedita trascrizione di Massimiliano Messieri della Romanesca di Liszt (il cui tema viene spazializzato nel passaggio tra le diverse voci dell’orchestra d’archi), a fianco della nota rielaborazione creata da Béla Bartók di alcune danze rumene.
Per questa occasione sono state commissionate nuove composizioni ad alcuni compositori di area bolognese. La frammentazione e ricostruzione di impulsi melodici provenienti dall’oratorio lisztiano dedicato al martirio del vescovo polacco San Stanislao guida la suggestiva visione sonora di Alberto Caprioli, che vede il contrabbasso nel ruolo di protagonista. Lo slancio surreale di Luigi Sammarchi ci conduce alla moltiplicazione per strati sonori (nella quale gli archi si perdono tra le sonorità di una voce femminile virtuale) della statica meditazione lisztiana ispirata a Michelangelo e al noto sonetto “Caro m’è ‘l sonno, e più l’esser di sasso, mentre che ‘l danno e la vergogna dura; non veder, non sentir m’è gran ventura; però non mi destar, deh, parla basso“.
Frammentaria e colorata da suggestioni modali e orientali è l’improvvisazione guidata dal compositore iraniano (ma di formazione bolognese) Vahid Hosseini, che sviluppa cadenze e gestualità provenienti dalle rapsodie ungheresi, filtrate dalla propria competenza di musicista classico persiano. Virtuosistiche e leggendarie sono le soluzioni adottate da Riccardo Nova nel Mantra per archi, percussioni, arpa ed elettronica, la cui saturazione timbrica ci conduce all’oggettività solenne e allucinata delle musiche legate al sacrificio, le cui strutture ritmico/melodiche vengono generate da grammatiche mnemoniche di origine vedica e da correlate sequenze numeriche che generano salmodie. La sovrapposizione di diversi sistemi di intonazione e accordatura ci proietta inoltre in uno spazio sonoro nel quale coesistono le dimensioni arcaiche e nuove. Chiude la serata con toni di accesa gestualità la rielaborazione in chiave neo-barocca di Francesco Filidei, che ci riconduce alle sensazioni iniziali e agli intensi e irregolari giochi ritmici delle danze e degli ostinati rumeni di Bartók e della Romanesca di Liszt.
Dates
Description
OYO – Our Youth Orchestra (Cesena) + Icarus Ensemble (Reggio Emilia)
PROIEZIONI SACRE E POPOLARI
prima assoluta
Béla Bartók (Romania, 1881 – Stati Uniti, 1945)
Danze popolari rumene (1917)
nr. 1 Jocul cu bâtă (Danza del bastone)
nr. 2 Brăul (Danza della fascia)
per orchestra d’archi
Massimiliano Messieri (Bologna, 1964)
arrangiamento per orchestra d’archi (2024)
da La Romanesca prima versione (1832) di Franz Liszt
prima assoluta
Vahid Eftekhar Hosseini (Iran, 1984)
Soundstheatre XI, Le sensibilità delle tenebre (2024)
per orchestra d’archi, arpa, percussioni
prima assoluta
Luigi Sammarchi (Bologna, 1962)
Notte chiamar quel sol che non comprende (2024)
chemin su Il Pensieroso
per orchestra d’archi ed elettronica
prima assoluta
Franz Liszt (Austria, 1811 – Germania, 1886)
Angelus (1882)
per orchestra d’archi
Riccardo Nova (Milano, 1960)
Kunti Mantra, con combattimento (2017)
per orchestra d’archi, percussioni, arpa, elettronica
Alberto Caprioli (Bologna, 1956)
Ode al silenzio (2024)
su frammenti del St. Stanislaus di Franz Liszt
per contrabbasso e orchestra d’archi
prima assoluta
Franz Liszt (Austria, 1811 – Germania, 1886)
Am Grabe Richard Wagners (1883)
per orchestra d’archi e arpa
Francesco Filidei (Pisa, 1973)
Consonanze Stravaganti (2013)
da Giovanni Maria Trabaci
Ciaccona (2013)
da Tarquinio Merula
per orchestra d’archi
Direttore M° Gabriele Fiorio
OYO - Our Youth Orchestra:
Violini I Umberto Frisoni** Isacco Pagliarani Emily Zattini Nicholas Scherzoso
Violini II Viola Muzzi* Natalia Cavallo Adriana Pernarella Francesco Giovannini
Viole Chiara Avati* Michelangiolo Chiavacci Carolina Paolini
Violoncelli Amerigo Spano* Sofia Camazzini
Contrabbassi Simone Francioni*
** spalla
* prima parte
+ Icarus Ensemble: Gilda Gianoglio arpa; Michele di Modugno percussioni; Francesco Pedrazzini percussioni
musiche di Béla Bartók, Alberto Caprioli, Francesco Filidei, Vahid Eftekhar Hosseini, Franz Liszt, Massimiliano Messieri, Riccardo Nova, Luigi Sammarchi
a cura di Fondazione Istituto Liszt ETS e Associazione MASK APS
nell’ambito di Liszt, musicista nel futuro
una coproduzione di Fondazione Istituto Liszt ETS, Associazione MASK APS, AngelicA | Centro di Ricerca Musicale
in collaborazione con Icarus Ensemble
Biglietti
10€ – ridotto 7€^ e 5€^^
^ ridotto per studenti dell’Università di Bologna
^^ ridotto per studenti del Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna e del Liceo Musicale Lucio “Dalla”
ai possessori della Card Cultura e Carta Giovani Nazionale
verrà applicato uno sconto di 2€ sul biglietto intero
la biglietteria apre 30 minuti prima dell’orario del concerto
Prevendite
https://www.boxerticket.it/...tra-icarus-ensemble/
si raccomanda l’acquisto dei biglietti in prevendita
------------------------------------------------------------------
Il concerto fa parte della rassegna “Liszt musicista nel futuro”. L’ipotesi di fondo di questo evento parte dalla considerazione della spettacolare modernità della musica di Franz Liszt, proiettata più di un secolo fa verso soluzioni armoniche estreme, alimentate da inesauribile curiosità verso i linguaggi popolari dell’Est Europa, a loro volta in continuo scambio evolutivo con gli stili del Medio Oriente e dell’area mediterranea. A ciò si aggiunge l’interesse e l’assorbimento lisztiano di stili sacri arcaici e lo studio delle teorie musicali dell’Antica Grecia, giunte a noi attraverso il filtro dell’epoca medievale europea, bizantina, araba, persiana, indiana. La dimensione transculturale del linguaggio sonoro di Liszt è rafforzata dalle sue stesse affermazioni autobiografiche di musicista cosmopolita: di essere per metà Rom (Gypsy, Bohémienne) e per metà Francescano.
Questo concerto si abbina al symposium organizzato dalla Fondazione Liszt il 13 e 14 dicembre 2024 sul tema “Liszt compositore transculturale”. Il tema della sacralità e del dialogo con le tradizioni popolari di origine orientale è al centro di questo programma che affianca brevi composizioni per archi del vecchio Liszt ispirate a visioni angeliche e di morte, all’inedita trascrizione di Massimiliano Messieri della Romanesca di Liszt (il cui tema viene spazializzato nel passaggio tra le diverse voci dell’orchestra d’archi), a fianco della nota rielaborazione creata da Béla Bartók di alcune danze rumene.
Per questa occasione sono state commissionate nuove composizioni ad alcuni compositori di area bolognese. La frammentazione e ricostruzione di impulsi melodici provenienti dall’oratorio lisztiano dedicato al martirio del vescovo polacco San Stanislao guida la suggestiva visione sonora di Alberto Caprioli, che vede il contrabbasso nel ruolo di protagonista. Lo slancio surreale di Luigi Sammarchi ci conduce alla moltiplicazione per strati sonori (nella quale gli archi si perdono tra le sonorità di una voce femminile virtuale) della statica meditazione lisztiana ispirata a Michelangelo e al noto sonetto “Caro m’è ‘l sonno, e più l’esser di sasso, mentre che ‘l danno e la vergogna dura; non veder, non sentir m’è gran ventura; però non mi destar, deh, parla basso“.
Frammentaria e colorata da suggestioni modali e orientali è l’improvvisazione guidata dal compositore iraniano (ma di formazione bolognese) Vahid Hosseini, che sviluppa cadenze e gestualità provenienti dalle rapsodie ungheresi, filtrate dalla propria competenza di musicista classico persiano. Virtuosistiche e leggendarie sono le soluzioni adottate da Riccardo Nova nel Mantra per archi, percussioni, arpa ed elettronica, la cui saturazione timbrica ci conduce all’oggettività solenne e allucinata delle musiche legate al sacrificio, le cui strutture ritmico/melodiche vengono generate da grammatiche mnemoniche di origine vedica e da correlate sequenze numeriche che generano salmodie. La sovrapposizione di diversi sistemi di intonazione e accordatura ci proietta inoltre in uno spazio sonoro nel quale coesistono le dimensioni arcaiche e nuove. Chiude la serata con toni di accesa gestualità la rielaborazione in chiave neo-barocca di Francesco Filidei, che ci riconduce alle sensazioni iniziali e agli intensi e irregolari giochi ritmici delle danze e degli ostinati rumeni di Bartók e della Romanesca di Liszt.